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Cagliari-Hellas Verona, i convocati di Zanetti
Mister Paolo Zanetti ha convocato 26 calciatori per Cagliari-Hellas Verona, match valido per la 14ª giornata della Serie A Enilive 2024/25, in programma domani, venerdì 29 novembre alle ore 20.45, all'Unipol Domus di Cagliari.
#CAGLIARIVERONA - I CONVOCATI
1 Montipò
4 Daniliuc
5 Faraoni
6 Belahyane
7 Lambourde
8 Lazovic
9 Sarr
11 Tengstedt
12 Bradaric
14 Livramento
17 Sishuba
18 Harroui
20 Kastanos
21 Dani Silva
22 Berardi
23 Magnani
25 Serdar
27 Dawidowicz
31 Suslov
34 Perilli
35 Mosquera
38 Tchatchoua
42 Coppola
80 Cisse
82 Corradi
87 Ghilardi. Fonte: hellasverona.it
Hellas Verona For Special e Casteddu4Special insieme per Cagliari-Verona
In occasione della ‘Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità’, che si celebrerà martedì 3 dicembre, Lega Serie A e la Divisione Calcio Paralimpico e Sperimentale della FIGC promuovono insieme la campagna 'Il calcio è di tutti'. Per quest'occasione l'Hellas Verona For Special sarà presente all’’Unipol Domus’ di Cagliari per la partita Cagliari-Hellas Verona, valida per la 14ª giornata di Serie A Enilive. Tre ragazzi, insieme a due accompagnatori, viaggeranno insieme alla delegazione dell’Hellas Verona FC con destinazione Cagliari. Gli atleti paralimpici assisteranno alla partita direttamente dal settore Distinti dell’’Unipol Domus’, insieme ai ragazzi della squadra paralimpica del Cagliari Calcio, il Casteddu4Special. Prima del fischio d’inizio, i ragazzi avranno l’opportunità di scendere in campo accompagnando i capitani delle squadre e il direttore di gara. Un atleta dell’Hellas Verona For Special e uno del Casteddu4Special, insieme a un terzo giocatore della squadra paralimpica del Cagliari, parteciperanno allo scambio dei gagliardetti speciali della DCPS in aggiunta al classico gagliardetto del Club. Durante l’intervallo tra primo e secondo tempo, gli atleti delle due squadre compiranno un giro di campo per salutare il pubblico dell’’Unipol Domus’, lanciando un messaggio di amicizia e inclusione che va oltre i colori sportivi per sensibilizzare il pubblico sull’importanza dell'inclusività nello sport. Fonte: hellasverona.it
Hellas Verona, il programma del fine settimana
VENERDÌ 29 NOVEMBRE
Prima squadra maschile: Cagliari-Hellas Verona, ore 20.45, 'Unipol Domus' di Cagliari
SABATO 30 NOVEMBRE
Under 10 maschile: San Giovanni Lupatoto-Hellas Verona, ore 11, Campo Sportivo di Via Pacinotti, San Giovanni Lupatoto (VR)
Under 10 femminile: Ambrosiana-Hellas Verona, ore 14, Campo Sportivo di Via Traversa Spianà, Verona
Under 8 femminile: Hellas Verona-Azzurra Nogarole-Cadidavid, ore 14.30, Campo Sportivo di Via Lussemburgo, Verona
Primavera maschile: Hellas Verona-Sampdoria, ore 15, stadio 'Olivieri', Verona
Under 12 maschile: Avesa-Hellas Verona, ore 16.30, Campo Sportivo di Via Del Casalino, Avesa (VR)
Under 17 femminile: Lugagnano-Hellas Verona, ore 16.30, Campo Sportivo di Via Stadio, Lugagnano (VR)
Under 11 maschile: Hellas Verona-Union Scaligera, ore 18, Hellas Sports Center - Campo 4, Verona
DOMENICA 1 DICEMBRE
Under 14 femminile: Virtus Soccer-Hellas Verona, ore 10.30, Campo Sportivo di Via Asiago, Porto San Pancrazio (VR)
Under 15 maschile: Inter-Hellas Verona, ore 12, 'Konami Youth Development Centre', Milano
Under 14 maschile: Triestina-Hellas Verona, ore 12.15, Campo Comunale 'Bussani', Trieste
Under 13 maschile: Triestina-Hellas Verona, ore 12.15, Campo Comunale 'Bussani', Trieste
Under 12 femminile: Milland-Hellas Verona-Venera, ore 13.30, Campo Sportivo di via Unterrichter, Bressanone (BZ)
Under 18 maschile: Hellas Verona-Torino, ore 15, antistadio 'Tavellin', Verona
Under 16 maschile: Inter-Hellas Verona, ore 15, 'Konami Youth Development Centre', Milan
MARTEDÌ 3 DICEMBRE
Primavera maschile: Hellas Verona-Cesena, 16esimi di Coppa Italia Primavera, ore 14.30, stadio 'Olivieri', Verona. Fonte: hellasverona.it
Nwanege: “Verona scelta giusta”
Nono appuntamento con 'Visti da vicino' il format dell’Hellas Verona che ci accompagnerà per tutta la stagione 2024/25, in cui i protagonisti sono i giovani gialloblù della formazione Primavera allenata da mister Paolo Sammarco. Curiosità, aneddoti, vita personale e naturalmente tanto calcio sono i temi principali di queste interviste. Nell'episodio di questa settimana andremo a scoprire la vita, privata e sportiva, di uno dei punti fermi della Primavera gialloblù: Karlson Nwanege.
Karlson, quando hai iniziato a giocare a calcio e perché? “Ho iniziato a giocare ‘tardi’, avevo 10 anni. Il mio primo club è stato quello della scuola che frequentavo, a Göteborg. Quando ci hanno chiesto di scegliere due sport da praticare a scuola, tutti abbiamo indicato il calcio come preferenza. Così, un nostro insegnante, Adam Reggiani, grande appassionato di calcio, formò il team, il Götaholm. Adam divenne il nostro allenatore e, nel tempo, una figura molto importante anche per me. Ho giocato in questa squadra quasi fino al mio arrivo al Verona. Ricordo che partimmo dal campionato giovanile più basso, ma con il tempo siamo riusciti a competere contro le formazioni giovanili delle squadre professionistiche. All’inizio era molto difficile e contro le squadre più forti subivamo pesanti sconfitte. Tuttavia, crescendo, abbiamo iniziato a farci valere, arrivando fino all’ottava divisione svedese, che corrisponde più o meno all’Eccellenza in Italia.”
Sei nato in Camerun e poi sei andato in Svezia. A che età ti sei trasferito? “Sono nato in un piccolo paese del Camerun, Tiko, e mi sono trasferito in Svezia a 7 anni insieme a mia sorella Ashley. Mio padre, Hansel, viveva già in Svezia, dove era andato prima per studiare e poi per lavorare, così siamo andati a vivere con lui. Ora fa l’ingegnere, mentre mia madre, Chantal, vive ancora in Camerun. In Camerun non avevo mai giocato a calcio perché lì l’unica cosa importante è studiare e impegnarsi molto, altrimenti, si rischia di restare senza lavoro da grandi”.
Com’è stato per te trasferirti in un nuovo paese? “Inizialmente non è stato facile, però avevo la fortuna di sapere l’inglese, visto che sono nato nella parte anglofona del Camerun. Questo mi ha aiutato molto. In Svezia, mi è stata di grande aiuto la nuova moglie di mio padre, Ulrika, che è insegnante e ci ha aiutato ad imparare bene lo svedese. In sei mesi io e mia sorella parlavamo perfettamente la lingua”.
Come sei arrivato al Verona? “Quando giocavo nel Götaholm, disputavamo partite contro le academy delle squadre professionistiche svedesi. Molti osservatori ci guardavano giocare e i più bravi venivano selezionati per allenarsi con queste squadre. Anch’io ho avuto questa opportunità e, a 16 anni, sono stato scelto dal BK Häcken, che dopo tre allenamenti mi ha offerto un contratto di due anni. Tuttavia, non mi trovavo bene con il club e la squadra, quindi non stavo migliorando. Dopo un anno ho deciso di tornare al Götaholm, anche se è stata una decisione difficile perché temevo di perdere l’occasione di approdare in un’altra squadra professionistica. Dopo sei mesi, ho avuto l’opportunità di fare due provini in Italia, uno con il Verona e uno con il Genoa. Prima di venire in Italia, stavo partecipando a un importante torneo giovanile in Danimarca con la mia squadra. Siamo arrivati in finale, ma io ho dovuto lasciare il torneo dopo la semifinale per prendere l’aereo per Verona. Ricordo ancora che, mentre ero in volo, la mia squadra vinse la finale e fu un momento molto speciale per me. Quando sono arrivato a Verona, ho fatto i primi allenamenti con l’Under 18 e una partita contro la Primavera. Ricordo un duello con Rigo, in cui gli rubai la palla e andai via sulla fascia. Il mister, Lorenzo Larini, fu molto contento della mia prestazione. Successivamente, ho sostenuto un provino anche con il Genoa, dove partecipai a un torneo in cui fui nominato miglior difensore. Anche se il Genoa mi voleva, ho scelto Verona per l’ambiente, la squadra e le strutture e sono convinto di aver fatto la scelta giusta”.
Questa è la tua terza stagione al Verona. Cosa puoi dirci di questi tre anni? “Quando sono arrivato, ho iniziato subito a giocare con la Primavera, partecipando al ritiro estivo. Tuttavia, avevo ancora qualche difficoltà, quindi nella stagione 2022/23 ho giocato prevalentemente con l’Under 18. È stato un anno di ambientamento, durante il quale mi alternavo tra Primavera e Under 18. Dalla stagione successiva, invece, sono stato stabilmente aggregato alla Primavera”.
Hai mai giocato per la Nazionale svedese? “Sì. Dopo quattro mesi dal mio arrivo al Verona, sono stato convocato dall’Under 17 della Svezia. Ero davvero felice, perché era un sogno che avevo fin da piccolo e che si stava realizzando. Ho anche debuttato con la squadra, ma non ho mai avuto la sensazione che l’allenatore mi stesse dando la possibilità di dimostrare il mio valore. Comunque, gli sono grato per avermi dato quell’opportunità. Ora spero in una nuova chiamata, magari dall’Under 21. So che non è facile, ma è sicuramente un mio obiettivo. Essendo nato in Camerun, in futuro potrei anche ricevere una chiamata dalla Nazionale camerunense e, se dovesse accadere, prenderei in considerazione l’idea di accettare”.
Com’è stato il tuo periodo di ambientamento a Verona? “All’inizio è stato un po’ difficile, soprattutto per la lingua. Anche se i compagni hanno cercato da subito di farmi sentire parte del gruppo, non tutti parlavano bene inglese. Devo ringraziare molto mister Alessandro Montorio, che conosce bene l’inglese e mi ha aiutato tantissimo”.
Parlando del campionato di quest’anno, com’è stato questo inizio di stagione per te? “Siamo una squadra molto giovane rispetto all’anno scorso. È bello perché mister Sammarco dà una chance a tutti, soprattutto ai più giovani. Basta pensare a Peci, che ora gioca titolare grazie alla fiducia del mister. All’inizio della stagione abbiamo subito delle sconfitte che, secondo me, non meritavamo, perché giocavamo bene. È complicato capire cosa non vada quando succede questo, ma sappiamo che dobbiamo restare uniti e compatti, giocando come se fossimo una sola persona”.
Quest’anno hai già segnato, nella partita contro il Monza. Com’è segnare per un difensore? “La rete contro il Monza è arrivata su un calcio d’angolo di Devoti. Ho capito subito che la palla sarebbe arrivata a me e, dopo una deviazione di Scharner, mi sono trovato il pallone davanti. Pensavo solo a segnare, e fortunatamente la palla è entrata. È sempre un’emozione speciale fare gol, soprattutto per un difensore”.
Hai sempre giocato come difensore? “No, all’inizio ero un portiere. Ero molto bravo tra i pali, uno dei migliori della mia età. Dopo qualche mese, però, il mister mi provò come attaccante. Ero più forte e veloce dei miei coetanei, quindi segnavo molto. Con il tempo, ho arretrato il mio raggio d’azione: prima come centrocampista box-to-box, poi come mediano, fino a diventare difensore centrale a 15 anni.”
Quali sono i tuoi punti di forza come difensore? E in cosa devi migliorare? “Penso di avere le caratteristiche fondamentali: fisicità, altezza, velocità e forza. Probabilmente devo migliorare a livello mentale. A volte sembra che mi rilassi durante la partita e diversi allenatori me lo hanno fatto notare. Anche mister Sammarco mi dice che, se resto concentrato, posso fermare qualsiasi avversario, ma se mi distraggo, chiunque può superarmi”.
C’è qualche giocatore della Prima squadra da cui prendi ispirazione? “Direi Coppola. Mi piace molto il suo modo di difendere e la calma che mostra quando ha la palla. Non è velocissimo, ma sa sfruttare al meglio le sue qualità”.
Cosa ti piace di Verona e dell’Italia in generale? “Mi piace Verona perché è una città non troppo grande, con un bel centro facilmente raggiungibile a piedi. Rispetto a Göteborg, dove per fare qualsiasi cosa bisogna prendere l’auto, è molto più comoda. Anche il clima è migliore: qui fa freddo, ma in Svezia è molto peggio. Della cucina italiana amo la carbonara, anche se sono un grande fan del sushi”.
Hai degli hobby fuori dal calcio? Ravasio ci ha detto che sei appassionato di profumi. È vero? “Sì, assolutamente. Con Manuel andiamo spesso in centro a cercare nuovi profumi. Un altro hobby che mi sta appassionando molto è tagliare i capelli. La maggior parte dei ragazzi della Primavera si è già fatta tagliare i capelli da me, e anche alcuni della Prima squadra, come Coppola e Livramento”.
Come ti prepari prima di una partita?“Ascolto musica, principalmente Afrobeats, perché mi mette di buon umore. Mi piace molto ballare”.
Quanto è stata importante la tua famiglia nella tua crescita? “Mio padre mi ha sempre supportato, accompagnandomi alle partite e sostenendomi in ogni modo. Anche la mia matrigna mi ha aiutato tanto. Mia madre, invece, non la vedo da quando ho lasciato il Camerun a 7 anni, ma ci sentiamo ogni giorno. Anche mia sorella, che ora studia e lavora in Svezia, è stata molto importante per me”.
C’è qualcuno che vorresti ringraziare? “Ci sono tante persone a cui devo dire grazie. A partire da mister Montorio, mister Sammarco e Massimo Margiotta, che mi hanno sempre seguito e aiutato qui al Verona. Sono molto legato anche a Manuel Ravasio, che conosco da quando sono arrivato. Un ringraziamento speciale va al mio primo allenatore, Adam Reggiani, che è stato come un mentore per me e che considero parte della famiglia”.
I tuoi compagni hanno indicato Agbonifo e Philippe come i più veloci. Pensi di riuscire a fermarli? “Credo di sì. Loro sono molto veloci, ma penso di essere nella top 5 dei più rapidi della squadra”. Fonte: hellasverona.it
Numeri e curiosità di Cagliari-Hellas Verona
Il match di domani sera rappresenterà la 37ª sfida in Serie A tra Hellas Verona e Cagliari nella loro storia. Nelle 36 partite giocate finora tra Verona e Cagliari, per quindici volte i gialloblù hanno trovato la vittoria e in undici occasioni la sfida è terminata in parità. Chiudono il bilancio dieci sconfitte.
Negli ultimi dieci anni di sfide disputate in Sardegna, Hellas Verona e Cagliari non si sono mai affrontate di venerdì sera.
L'ultimo match giocato tra le due formazioni all'Unipol Domus è terminato 1-1: reti nell'occasione di Federico Bonazzoli, che al 30' aveva portato avanti i gialloblù, e di Ibrahim Sulemana, che al 74' aveva poi trovato il gol del pari per i sardi.
Nell'anno dello Scudetto, Cagliari-Hellas Verona non si giocò: il Cagliari, durante quella stagione, ottenne il sedicesimo posto nel campionato di Serie B.
Solamente l'Inter e la Lazio (13) hanno mandato in gol più giocatori dell’Hellas Verona in questa Serie A: 11, così come Milan e Fiorentina.
L’Hellas Verona è la prima squadra nei cinque grandi campionati europei in corso per percentuale di realizzazione di chiare occasioni da gol: 71%, 12 su 17.
Il Verona ha segnato quattro gol da fuori areanel campionato in corso (come Bologna e Fiorentina): meno solamente dell’Atalanta (7).
Darko Lazovic è uno dei quattro centrocampisti con più assist serviti in questa Serie A: tre, come Yacine Adli, Nico Paz e Christian Pulisic.
Casper Tengstedt, con quattro gol realizzati, è uno dei quattro migliori marcatori in questa Serie A considerando chi è alla sua prima stagione nel massimo campionato italiano, insieme a Bonny, Dovbyk e Pohjanpalo. Fonte: hellasverona.it
Cagliari, Nicola: “Verona squadra tosta, nonostante le difficoltà. Partita molto importante per noi”
“Ho tutti a disposizione. Il Verona è squadra tosta, nonostante le difficoltà. Ogni avversario ha le sue qualità e le sue componenti. La grande determinazione dev'essere un punto di forza. Conosco la forza dell'avversario: 2 vittorie contro big e 2 contro Genoa e Venezia. Sarà una partita molto importante per noi. A Genova la squadra è migliorata relativamente alla transizione, ma non basta. Dobbiamo migliorare e continuare a lavorare come stiamo facendo. Mi è piaciuta la settimana dal punto di vista dell'energia. La pressione deve essere un privilegio. La ricerca dell'obiettivo. Se non avessi quel fuoco dentro farei fatica a fare il mio lavoro. In cinque giorni recuperi dallo sforzo fisico se stai bene. Il problema nasce se giochi ogni 3 giorni. Siamo tutti abili e arruolati. Bisogna essere bravi ad anticipare l'evento, saper occupare gli spazi non prima e non dopo. Subiamo gol perchè siamo in ritardo nell'azione. Il duello rimane sempre la base" ha dichiarato in conferenza stampa l’allenatore Davide Nicola alla vigilia di Cagliari-Hellas Verona. Fonte tmw
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Cagliari-Hellas Verona, venduti ad ora 348 biglietti del Settore Ospiti
Per la sfida in programma domani alle ore 20:45 alla Unipol Domus, sono stati acquistati al momento 348 tagliandi dai tifosi scaligeri. La capienza è di 415 posti. La prevendita termina alle ore 19.
Hellas Verona, rifinitura per i gialloblù. Nel pomeriggio la partenza per Cagliari
Ultimo allenamento questa mattina per la squadra di Zanetti, a porte chiuse al centro sportivo lacustre, alla vigilia dell’anticipo della quattordicesima giornata della Serie A Enilive 2024/25. Al termine della rifinitura, pranzo e partenza in charter per Lazovic e compagni.
Buon compleanno
Tanti auguri a… Destiny Udogie. L’ex difensore dell’Hellas Verona compie 22 anni. Festeggia anche l’ex allenatore gialloblù, Fabio Grosso.
Zanetti: “In ritiro c’è stato un confronto acceso, ma nessuno ha alzato le mani, solo discussioni”
Mister, qual è stata la prima domanda che si è fatto durante questo ritiro e che risposte vorrebbe trovare?" L’unica cosa che conta è la partita di Cagliari. Quello che è successo sabato ci ha scosso, ma la scossa deve farci tirare fuori qualcosa in più. Siamo andati in ritiro per confrontarci e preparare al meglio questa partita. Ripeto che possiamo ancora giocarci il campionato, se saremo bravi a reagire a questo momento con grande orgoglio, lasciandoci quello che è successo alle spalle. Devo trasmettere questo ai ragazzi, analizzando quello che è successo per fare in modo che non accada mai più”.
A sé stesso cosa chiede in questo momento? “A me stesso chiedo sempre di più e la faccia ce la metto sempre. Sono fatto così di carattere, tiro fuori tutto quello che penso esponendomi, forse anche troppo. Devo dare il massimo, senza rimpianti, come faccio sempre. Sono una persona che va in difficoltà quando ha la percezione di non aver dato il massimo. Venerdì servirà che tutti daremo in campo più del 100%".
È servito il ritiro di questa settimana? Ci sono stati dei confronti particolari? “Se sia servito o meno lo sapremo venerdì. Contano i fatti, il risultato. Abbiamo usato tutto il tempo a disposizione in funzione della partita e del Verona. Ci siamo tolti tutto ciò che è importante per noi per pensare solo a quello che stiamo facendo. I confronti ci sono stati ma niente di grave, cose normali che accadono in questi momenti se c’è dell’orgoglio, della voglia di non accettare le situazioni negative. C’è la voglia di ribaltare queste situazioni, trasformandole in prestazioni. Conta solo questo, contano i fatti e dobbiamo dimostrarlo in campo. Se ci servirà più tempo lo faremo ancora. A questo è servito il ritiro: abbiamo usato tutto il nostro tempo per il Verona”.
Ci saranno scelte drastiche per quanto riguarda la formazione di venerdì? "Penso che in questo momento si riparta da zero. La valutazione della settimana è determinante, non tutti affrontano questi momenti allo stesso modo. Ci sono ragazzi che non hanno mai vissuto nella loro vita un situazione simile, sono cose che all’estero non succedono e ho dovuto spiegare loro perché lo facciamo. Farò delle valutazioni in base alla settimana: andrà in campo chi mi ha fatto vedere che ha a cuore le sorti del Club e della maglia che indossa”.
In questo campionato spesso dopo un periodo negativo è arrivata una grande prestazione, cosa dobbiamo aspettarci venerdì? “L’acqua alla gola per noi non riguarda la posizione in classifica. I problemi li abbiamo noi come li hanno anche gli altri. Ad oggi siamo dentro l’obiettivo con la possibilità di raggiungerlo. L’acqua alla gola è arrivata per un’asticella che abbiamo voluto mantenere alta. Quando non diamo il massimo per noi diventa motivo di reazione, di far vedere quello che dobbiamo fare. Il messaggio che dobbiamo far passare è che sul campo diamo tutto. Si può perdere contro l’Inter o contro l’Atalanta, sono grandi squadre, ma va fatto in modo diverso, dando un’impressione diversa. Questa piazza ce l’ha nel DNA: non mollare mai, lottare nelle difficoltà, stare dentro questi momenti che sono già capitati anche negli scorsi anni. Oggi ci sentiamo scarsi, inadeguati, come se stessimo retrocedendo, ma la realtà delle cose è che abbiamo tutte le carte in regola per fare il nostro campionato. A noi per primi dà fastidio vivere questa situazione, quando diamo l’impressione di non crederci veramente. Ci siamo sentiti non veramente dentro quello che dovevamo fare, quando è successo abbiamo reagito e non ci siamo nascosti. Nascondersi non fa parte né della mentalità del Club né di quella dell’allenatore. La ricerca di una continuità dal punto di vista della mentalità è il lavoro quotidiano che dobbiamo fare, in un gruppo che ha delle difficoltà a farlo e trova questo aspetto con alti e bassi. Una reazione ci deve essere, la ricerchiamo e ci deve essere per forza".
Quello di venerdì sarà anche uno scontro diretto, come vi siete preparati da questo punto di vista? “È una gara importante per entrambe le squadre. Il Cagliari ha già passato un momento simile al nostro, la differenza sta nella condizione psicologica nostra e loro. I valori e gli obiettivi delle due squadre sono gli stessi. Andremo in un campo caldo a giocare al massimo la nostra partita. Poi sarà il campo a parlare, ma dal punto di vista della mentalità abbiamo l’obbligo di fare di più al di là dell’avversario. C’è ancora una grossa fetta di campionato da giocare, pensiamo a quello che dobbiamo fare, che è l’unica cosa che conta. Deve essere chiaro che per noi conta solo la salvezza. Bisogna avere la capacità e la lucidità di gestire questi momenti: dobbiamo averla io, il Club, ma anche i giocatori, che devono andare in campo senza pensieri, senza paura, per dare il massimo per il Verona”.
Ha trovato la cura per farsi capire dai suoi giocatori dopo gli errori dell'ultima partita?“Non seguendo quello che avevamo preparato in settimana i calciatori non hanno tradito me, ma hanno interpretato individualmente delle situazioni in un momento di difficoltà. Siamo stati passivi pensando in maniera individuale, cosa che non andava fatta. Abbiamo lavorato tanto per migliorare questi momenti. Bisogna essere concentrati dal primo minuto all’ultimo e mettere in campo ciò che si prova in settimana. Da lì in poi partono i discorsi. Le cose devono essere chiare, ma non colpevolizzo nessuno. Io ho sbagliato, ma è importante, se vogliamo imparare qualcosa, che il pensiero sia comune. I giocatori sono tutti con me, ma non dobbiamo più sbagliare. Per non farlo bisogna essere concentrati, fare fatica tutti insieme. La mentalità deve essere questa. Bisogna fare in modo che questa avventura sia al primo posto nella nostra vita. Questa missione per me è al primo posto, non esiste nient’altro, per questo viaggio a testa alta, non ho paura di quello che sarà venerdì. Faccio il massimo per quello che posso fare, per fare in modo di fare una grande prestazione venerdì, ma ho bisogno della squadra. Ho bisogno che questo pensiero sia dentro al cuore di tutti i miei giocatori. Da questo punto in poi possiamo parlare di tattica, ma la tattica va tramutata sul campo con i fatti. Siamo una squadra, un gruppo di lavoro che deve avere una mentalità chiara. Questo fa fare la prestazione, non so se fa vincere la partita ma fa fare la prestazione, senza si va avanti con alti e bassi. Questo è il nostro problema che io non ho ancora risolto. Non devono essere i tifosi a cambiarci, siamo noi che dobbiamo trascinare loro, la storia del Club va rispettata con le prestazioni”.
La sentono i giocatori quest’appartenenza?“Devono, e se la esprimono a parole devono dimostrarla poi anche sul campo. Ad esempio sabato, si parte bene, siamo in partita, dopodiché subiamo un gol, che ci può stare contro l'Inter. Ciò che non ci sta è prenderne poi altri quattro in 14 minuti. Sono stato indifendibile io ma come lo siamo tutti. Le reazioni che non ci sono mettono in crisi chiunque. Tutti dobbiamo prenderci veramente le nostre responsabilità”.
In ritiro è vero che c’è stato un confronto acceso tra alcuni giocatori? “C'è stato un confronto acceso, ma nessuno ha alzato le mani, solo discussioni. Questo però significa che abbiamo dentro qualcosa, che l’umiliazione subita ci ha fatto male e che c’è un orgoglio dal quale ripartire. Ripeto però, non è successo nulla di grave”.
Quanto possono essere importanti i giocatori della vecchia guardia in questo momento? “I giocatori più esperti devono trascinare insieme all’allenatore un gruppo di ragazzi che si trova qui e che ha bisogno di altri che prendano in mano la situazione. In ritiro l’ho visto, ho visto questa voglia di provare a cambiare. Il nostro non è un gruppo che non va d’accordo, ma che deve alzare il livello della mentalità. Bisogna dimostrarlo però sul campo. A gestire le situazioni ci siamo io e il Direttore Sportivo, ma poi è il campo che deve far vedere che un giocatore è importante. Lo fa avendo un atteggiamento sempre giusto, cercando di reagire subito quando si sbaglia. La vera mano va data in campo da parte di tutti”. Fonte: hellasverona.it
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